I Nativi Americani
I nativi americani, chiamati così per essere stati i primi ad abitare l’america, erano suddivisi in tribù formate da incroci di famiglie e distribuite in tutta la regione.
Ogni tribù aveva i suoi usi e costumi legati alla religione, l’arte, la musica e lo stile di vita. In antichità, essi vivevano sfruttando la zona in cui abitavano, cacciando, pescando e coltivando, a seconda della morfologia del territorio. In particolare la pesca del salmone e la caccia ai bisonti gli diede la stabilità necessaria a costruire villaggi, creando comunità sempre più evolute.
La loro religione era rappresentata da svariate usanze differenti o uguali per ciascuna tribù; le danze, l’interconnessione con gli spiriti e la stregoneria, erano il fulcro della religione.
Alcune tribù credevano che alcuni animali, come il cojote, fossero sacri e dotati di poteri soprannaturali. Altre veneravano i totem che rappresentava l’animale da cui discendevano, creando un collegamento fra uomo e natura molto sacro e spirituale.
La religione influenzò anche l’arte nativa, spettacolare per le tecniche utilizzate e per la storia di ogni oggetto che al giorno d’oggi è diventata simbolo di bellezza molto ricercata. Essi dipingevano maschere intagliate in legno, rappresentando demoni e spiriti, o lavoravano bellissimi bracciali e gioielli in argento con splendidi turchesi. Inoltre creavano le cinture wapoom con simboli indiani e realizzavano utensili di uso comune guidati dal loro senso di bellezza e design.
I gioielli Navajo
Il Popolo Navajo, al giorno d’oggi, è uno dei più vasti fra i nativi americani. Erano agricoltori che vivevano nella zona del Colorado, Arizona e Nuovo Messico, caratterizzata da un clima caldo e arido di montagne e bacini cosparsi di oasi.
Essi furono affascinati dalle pietre turchesi e dalla loro proprietà ‘vivente’, tanto da utilizzarle per le predizioni, la prosperità e la religione.
Il turchese è un minerale particolare che può cambiare aspetto e colorazione a seconda di diversi fattori come la polvere, la luce e l’acidità della pelle. Secondo le tradizioni Navajo, lo rendono capace di capire lo stato di salute di una persona e di fornire vitalità in caso di bisogno.
A partire dal 1850 il popolo Navajo ebbe una vera svolta nella produzione di gioielli, quando un fabbro messicano insegnò l’arte della lavorazione del ferro a Atsidi Sani o ” Vecchio Fabbro” . Con lui iniziò una lunga storia di abili artigiani che arriva fino ad oggi.
Atsidi Sani iniziò la produzione di pendenti a forma di mezzaluna detti ‘Najas’. Ma non solo, diede vita anche a decorazioni per le cinture dette “conchos” e ad altri prodotti usati nella vita quotidiana. I suoi lavorati erano caratterizzati da pezzi in argento con un design semplice e con rifiniture grossolane.
Agli Inizi del 1900, un fabbro chiamato Atsidi Chon o “Brutto Fabbro” diede vita a una nuova forma di design, iniziando a incastonare i turchesi nei suoi gioielli.
Portò questi prodotti all’unicità, tanto che le persone iniziarono a usarli come valuta o come merce di scambio da utilizzare con le altre tribù.
Cinture Wampum
Le cinture Wampum erano utilizzate dai nativi americani dell’America Nord-orientale come simbolo di trattati e oggetto da cerimonia o religioso, in sostituzione degli aculei di porcospino tinti, usate per la produzione di abiti.
Le perline erano ricavate da conchiglie nordatlantiche generalmente di colore bianco o viola. Secondo un processo che richiedeva molto tempo, gli utensili di legno o pietra venivano usati per modellare le conchiglie rendendole lisce. Si ottenevano così formati di perline grandi, utilizzate solo per collane o tanga.
L’utilizzo di conchiglie e perline grezze come merce di scambio permise agli europei di inserirsi nel mercato Americano importando perline in ceramica prodotte in Europa. Successivamente i Nativi Americani si accorsero della possibilità di creare perline più piccole e applicabili a cinture e ornamenti di ogni tipo, versatili e pronte per essere utilizzate per i disegni più difficili.
Le Perline venivano fissate allo sfondo utilizzando due tipi di cucitura principali o le loro variazioni, il punto sovrapposto o il punto pigro.
Il punto sovrapposto viene utilizzato soprattutto per disegni floreali. Le perline vengono messe in ordine su un filo che viene fissato sullo sfondo, mentre un secondo filo viene utilizzato per fissare meglio il primo filo intrecciandolo a 2-3 perline alla volta.
Il punto Pigro invece utilizza un solo filo per fissare le perline, si utilizza per i disegni geometrici dove sono assenti curve. Il filo con le perline si passa in una direzione fissandolo allo sfondo per poi venire ricucito una seconda volta nella direzione opposta, permettendo la cucitura orizzontale o verticale.
I gioielli Zuni
Il popolo degli Zuni è originario del Rio Grande nel New Messico. Oltre ad essere l’unica popolazione che ancora vive nelle sue antiche terre natie, imparò la lavorazione dei metalli, partendo dall’ottone e dal rame fino ad apprendere le tecniche Navajo.
I gioielli Zuni si distinguono dai Navajo per la complessità e per l’utilizzo di mosaici creati da diverse pietre colorate e levigate, vicine fra loro. Questi prediligevano la creazione di bracciali, anelli e collane con simboli legati agli animali, le danze e le usanze religiose.
Un altro elemento decorativo era l’artiglio degli orsi grizzly, simbolo di forza e di coraggio utilizzato nelle collane. Questo accompagnava le pietre turchesi o i coralli lavorati mantenendo le stesse dimensioni, incastonati e uniti secondo la tecnica chiamata “channel Inlay”.
I gioielli Hopi
Infine, abbiamo gli Hopi, un popolo originario dell’Arizona come gli Zuni e i Navajo. La loro cultura dell’argento si sviluppò più tardi di quella Navajo, poichè la loro posizione geografica non favoriva il commercio.
Impararono l’arte della lavorazione dell’argento dagli Zuni e dopo circa 40 anni svilupparono una tecnica propria. Consisteva nel lavorare due pezzi di argento: uno più duro alla base, utilizzato come sostegno per il pezzo sopra più morbido e lavorato allo scopo di dare la forma tridimensionale dei disegni religiosi. Ad esempio, acqua, sole e khacinas che simboleggiavano divinità protettrici, disegnati dai loro antenati su blocchi di pietra.
Essi non utilizzarono pietre preziose, ma creavano riproduzioni tridimensionali dalle rifiniture grossolane, utilizzando la tecnica della sovrapposizione (Overlay).